Il Parlamento ha recentemente approvato una legge che introduce un tetto alla responsabilità patrimoniale e riduce i tempi di prescrizione per l’azione di responsabilità a cinque anni, decorrenti dal deposito della relazione allegata al bilancio relativo all’esercizio in cui si è verificato il danno.
Con l’approvazione di questa legge, il legislatore è intervenuto su un nodo da tempo controverso: la sproporzione tra il rischio civilistico e l’effettivo potere d’azione del collegio sindacale.
Se da un lato la riforma è stata accolta positivamente dagli ordini professionali, dall’altro emergono dubbi sull’ambito di applicazione della norma e sulle possibili implicazioni per l’efficacia dei controlli interni.
In un contesto di governance sempre più articolato, infatti, il nuovo assetto solleva una domanda centrale: si va verso una tutela della funzione di controllo o verso una sua progressiva marginalizzazione?
Ne ha parlato il nostro Pier Luigi Morara con Francesco Vella nell’articolo “Società di capitali: il tetto è solo per la responsabilità di sindaci” pubblicato da La Voce