Pmi Innovative e Crowdfunding? Nuove opportunità per le Srl.

TUTTO CIÒ CHE DEVI SAPERE PER ATTRARRE RISORSE E FINANZIAMENTI PER LA TUA PMI INNOVATIVA

Scopriamo come evolvono le PMI innovative in forma Srl: imprese sempre più aperte al mercato nella ricerca di nuovi capitali in ambito fintech.

A partire dal 2012, la disciplina delle Srl è stata interessata da significative
evoluzioni, grazie ad alcuni importanti interventi legislativi che hanno modificato l’intero
impianto normativo sia delle PMI che, in particolare, delle PMI innovative.

Fino al 2012 la Srl si presentava infatti come un modello societario:

  • chiuso e con una ristretta base partecipativa;
  • con una forte personalizzazione della governance in capo ai soci;
  • poco aperto alla raccolta di capitale e all’ingresso di nuovi investitori;
  • con una forte limitazione nella possibilità di utilizzo di strumenti e/o canali di coinvolgimento del risparmio diffuso.

Tuttavia, la contrazione dei finanziamenti bancari avvenuta negli scorsi anni ha limitato notevolmente la competitività delle nostre PMI. Per questo è nata l’esigenza di individuare nuove e valide soluzioni per attrarre e reperire risorse.

Il FinTech e in particolare l’Equity Crowdfunding offrono oggi un’ampia varietà di servizi che possono aiutare le imprese sia nella ricerca di nuovi finanziamenti, sia a individuare partner strategici a sostegno della crescita e dell’innovazione.

UN’ EVOLUZIONE GRADUALE: GLI INTERVENTI DEL LEGISLATORE.

A partire dal 2012 gli interventi riformatori sono stati i seguenti:

D.L. 179/2012, la start-up innovativa: viene introdotto il modello dell’impresa della start-up innovativa.

D.L. 3/2015, la PMI innovativa: viene definita PMI innovativa la società di capitali, dunque anche società per azioni, costituita anche in forma cooperativa, che possiede i seguenti requisiti:

  • residenza in Italia;
  • certificazione dell’ultimo bilancio;
  • azioni non quotate in mercati regolamentati;
  • assenza di iscrizione al registro speciale delle start up innovative;
  • possesso di almeno due requisiti che ne connotano l’innovatività.

Il D.L. 3/2015 ha esteso a tutte le PMI innovative la normativa applicabile alle start up innovative.

Legge di Bilancio 2017, il D.L. 50/2017 e la legge di Bilancio 2019:

  • L’art. 1 comma 70 della legge 232/2016 (Legge di Bilancio 2017) sostituisce ai fini dell’accesso all’Equity Crowdfunding la definizione di PMI Innovativa con quella di PMI come definita a livello di Unione Europea (imprese che hanno meno di 250 occupati e il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro);
  • il D.L. 50/2017 (art. 57) ha esteso a tutte le PMI (e non più solo alle PMI innovative) la
    normativa applicabile alle start-up (tranne la disciplina sulle perdite);
  • L’art. 1 comma 236 e 238 della legge 145/2018 (Legge di Bilancio 2019) ha introdotto la possibilità di sottoscrivere obbligazioni o di titoli di debito attraverso i portali di Equity Crowdfunding. La nuova disciplina delle Srl sembra, dunque, avere molte più affinità con la disciplina delle Spa rispetto al passato.

IL CROWDFUNDING: 4 TIPOLOGIE DIVERSE PER ATTRARRE GLI INVESTITORI

Lo strumento del crowdfunding può essere utilizzato per molteplici fini, dal restauro di un bene al finanziamento di un’impresa, ovviamente i risultati e il tornaconto dell’investitore cambia in funzione del fine che lo ha spinto a partecipare alla raccolta fondi. Gli attuali metodi di crowdfunding possono essere classificati in quattro modelli distinti tra loro per fine e risultato e di seguito riportati:

  • REWARD BASED: modello tra i più utilizzati, consente di ottenere vantaggi sia per l’investitore che per il promotore del progetto/prodotto. Si distingue dagli altri per la possibilità data al finanziatore di avere un ritorno economico tramite il riconoscimento di un prodotto o del servizio offerto nonché di visibilità in merito al supporto economico concesso;
  • DONATION BASED: tale modello, particolarmente indicato a progetti finalizzati alla comunità permette di donare una determinata somma ad un ente che ha fini sociali, in tal caso non avendo il donatore un fine di lucro viene spesso utilizzato per stimolare la donazione un riconoscimento morale;
  • LENDING BASED: strumento che permette il prestito di denaro tra privati e comprende il cosiddetto micro-credito;
  • EQUITY BASED: utilizzato principalmente da finanziatori imprenditoriali, permette a fronte di un finanziamento solitamente più rilevante dei precedenti, di entrare a far parte della compagine societaria dell’azienda. Al momento è l’unica forma regolamentata in Italia.

L’EQUITY CROWDFUNDING: IL PERCORSO NORMATIVO IN ITALIA.

L’evoluzione della normativa sull’equity crowdfunding inizia nel 2012 quando l’Italia ha introdotto, prima nazione in Europa e fra le prime al mondo, una specifica disciplina per
la regolamentazione del settore equity.

Il panorama dell’Equity Crowfunding è oggi regolato da:

a) fonti di natura primaria:

  • D.L. 179/2012;
  • TUF.

b) fonti di natura secondaria:

  • Regolamento Consob n.18592/2013 (il cosiddetto Regolamento #crowdfunding)

Questo Regolamento disciplina nel dettaglio la formazione e gestione dei portali e le modalità di conduzione delle offerte di strumenti finanziari sugli stessi.

Tali norme sono state ripetutamente modificate dagli interventi legislativi sopra menzionati che hanno esteso l’ambito di operatività dell’Equity Crowdfunding.

In particolare, a seguito dell’approvazione della Legge di Bilancio 2019, Consob è recentemente intervenuta in esecuzione della delega attribuitale con la Delibera Consob n. 21110 del 10 ottobre 2019, in vigore dal 26 ottobre 2019, con la quale ha modificato la disciplina dell’Equity Crowdfunding:

  • Adeguando il Regolamento Crowdfuding e regolando la possibilità per le piattaforme on line di offrire strumenti di debito emessi dalle PMI. Tale offerta deve avvenire in una sezione distinta del portale ed è riservata ad investitori professionali o investitori non professionali con certe caratteristiche di adeguatezza (che abbiano un certo portafoglio di strumenti finanziari, che si impegnino ad investire almeno 100.000 euro o che effettuino l’investimento nell’ambito della prestazione di un servizio di gestione di portafogli);
  • Prevedendo che l’offerente possa essere, oltre che una PMI italiana, anche una PMI «estera» (i.e. organizzata in forma societaria secondo il diritto di uno stato membro);
  • Offrendo la possibilità per i gestori dei portali di creare delle bacheche elettroniche per favorire lo smobilizzo degli strumenti finanziari acquistati attraverso i portali.

EQUITY CROWDFUNDING E PMI: LA CONSULENZA DI UN ESPERTO FA SEMPRE LA DIFFERENZA.

L’Equity Crowdfunding è senza dubbio uno strumento potente, che consente di accedere ai finanziamenti necessari alla crescita di ogni PMI, aggirando l’ostacolo delle sempre più ristrette finestre di erogazione concesse dal credito bancario tradizionale. Ma si tratta anche di uno strumento molto complesso. Affrontare una campagna di Equity Crowdfunding è difficile e potenzialmente rischioso sotto diversi punti di vista. L’errore è dietro l’angolo. Di conseguenza, è fondamentale farsi aiutare da professionisti competenti per portarla a termine con successo.

Per prima cosa, è bene chiedere consiglio a uno Studio Legale che conosca a fondo il mondo dell’Equity Crowdfunding dal punto di vista finanziario e tributario. La consulenza legale deve essere in grado di offrire una visione ampia e completa dello strumento.

Prima di affrontare una campagna, rivolgiti sempre a un esperto. I documenti informativi e l’offerta vanno redatti nel rispetto del Regolamento sulla raccolta di Capitali di Rischio tramite portali online. In particolare l’Allegato 3 sottolinea che vanno esplicitati:

  • i rischi specifici connessi alla singola offerta e al profilo del soggetto emittente;
  • l‘informativa contabile relativa ai dati storici dell’offerente;
  • un business plan completo che consenta di analizzare le prospettive operative, economico-finanziarie e reddituali della PMI;
  • la descrizione degli strumenti finanziari proposti, della percentuale che rappresentano rispetto all’intero capitale e delle metodologie utilizzate per stabilirne il valore.

Ecco allora che i consigli dell’esperto diventano fondamentali anche solo per accedere alle piattaforme più serie, che effettuano un’attenta analisi delle società da ospitare sulle proprie pagine.

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