Giochi, riforme e tecnologie mettono il turbo al settore


Nella stampa
23 Giugno 2025

Nuove tecnologie e nuove concessioni. Il settore del gioco pubblico, che in Italia nel 2024 ha raggiunto un valore di 150 miliardi, trainato soprattutto dal gioco online e dalle slot machine, sta vivendo una fase di profondo cambiamento determinato dalle mutate tendenze dei consumatori ma anche dai recenti interventi normativi e dal rinnovo delle concessioni.

Nell’ambito del focus “Giochi, riforme e tecnologie mettono il turbo al settore. La crescita del mondo dei giochi, anche grazie all’online, oggi rappresenta il 7% del Pil” realizzato da Antonio Ranalli per ItaliaOggi è intervenuto così il nostro Andrea Corbelli:

“La pandemia ha accelerato il graduale spostamento del gioco verso il canale online determinandone una crescita assai consistente, che si è consolidata anche dopo la riapertura dei locali fisici.

Al contempo, gli operatori on line stanno affrontando le sfide imposte dall’ottenimento delle nuove concessioni la cui gara si dovrebbe concludere entro fine anno. Difatti il legislatore con il dlgs 25 marzo 2024, n. 41 ha introdotto previsioni che rischiano di eliminare dal mercato una fetta consistente di concessionari.

L’innalzamento del costo delle nuove concessioni che passa da qualche centinaio di migliaia di euro a 7 milioni di euro e i limiti imposti all’operatività dei punti vendita ricarica ed alle c.d. skin, cioè i titolari di siti internet che operano attraverso i concessionari (è stata di fatto eliminata la possibilità per un singolo operatore di raccogliere il gioco tramite più siti web), costituiscono sfide importanti per le aziende di piccole o medie dimensioni costrette a rivedere il proprio modello di business e a ricercare l’unione per potere fronteggiare la concorrenza dei grandi operatori.

In tal senso occorre strutturare queste aggregazioni con grande attenzione, ragionando sulla forma societaria più adatta e su previsioni statutarie e parasociali che tengano conto delle necessità dei singoli soci fino ad ora abituati a operare autonomamente.”

<

Indietro